IL CAFFÈ DI HERRERA
Luna Herrera

Mio padre era un salutista, mangiava pastasciutta ‘normale’ cioè condita con olio d’oliva e parmigiano. Non voleva, non solo che bevessimo vino ma neppure che bevessimo troppa acqua ai pasti per non diluire i succhi gastrici: arrivava a togliere la bottiglia dal tavolo e la metteva per terra controllandola col piede. Era contrario a tutte le droghe.

Papà credeva solo nel doping psicologico.

Aveva però un’assoluta fiducia nei poteri dell’acido acetilsalicilico associato alla caffeina, perché non fa troppo male, toglie tutti i piccoli dolori ed è uno stimolante cerebrale.

Acquistava le aspirinette in Inghilterra o in America in grossi flaconi blu da 30 mg, perché 50 mg era dosaggio troppo forte. Poiché un’aspirina non fa bene allo stomaco ci faceva pestare nel mortaio le aspirinette con lo zucchero semolato da dare ai giocatori. Dovevamo poi chiudere la polvere in cialde. Ostie che si incollavano al palato! Era questa la droga-fissazione che somministrava a tutti.

Mi sorprendono le affermazioni del povero Ferruccio Mazzola, morto disgraziatamente troppo giovane. Il fratello di Sandro affermava che la droga veniva disciolta nel caffè messo nel thermos e versato nei bicchierini dal massaggiatore. Le droghe di moda negli anni ’60, che si vendevano liberamente ed erano molto usate dagli universitari sotto esami, hanno un sapore salato.

Tutti sanno che agli ubriachi, per farli vomitare si dà un caffè con un cucchiaino di sale: emetico immediato. E’ difficile pensare che TUTTI i giocatori dell’Inter, italianissimi ad esclusione dei due stranieri, trangugiassero un caffè così schifoso.

In Italia impera il culto del caffè, basta ascoltare le richieste dei clienti al bar: lungo, corto, ristrettissimo, macchiato, macchiatone, marocchino, in tazza fredda, in bicchiere di vetro...

Un italiano anche a casa riconosce al primo sorso la minima alterazione: se la moka è stantia, se la macchinetta è stata lavata col detersivo o se la marca del caffè non è la solita.


Il caffè di Helenio Herrera