UN GIARDINO PER HERRERA

Estratto dal discorso di Roberta Guaineri
Assessore allo Sport, al Turismo e alla Qualità della Vita di Milano

A tanti dobbiamo la tradizione del calcio milanese, ma a pochi la sua storia. Helenio Herrera è uno di questi pochi. Allenatore, dopo una carriera estera, della Grande Inter, capace non soltanto di raggiungere con concretezza il maggiore risultato chiesto a un simile professionista - ovvero mettere a punto una squadra che sappia vincere e che lo faccia in più occasioni, nazionali e internazionali -, Herrera è stato soprattutto un innovatore...

HH ha rappresentato la storia del mondo del calcio, ha introdotto concetti nuovi come la velocità e pur non essendo milanese, rappresenta perfettamente lo spirito della città.

Fiora Gandolfi e Helios Herrera - Striscione per HH

Il discorso di inaugurazione di Helios Herrera

A 20 anni esatti dalla sua morte, il Comune di Milano, al quale dico grazie a nome di tutta la famiglia, dedica questo bellissimo giardino che ha per sfondo lo stadio Meazza, a mio padre HH. Qui papà più ha vinto tutto: 2 coppe campioni, 2 coppe intercontinentali, 3 scudetti …per non parlare di tutti gli altri titoli che, come ripeteva, “ci hanno rubato!"

HH non aveva peli sulla lingua, era profondamente onesto ed esigente con se stesso, con gli altri e con me!

Sognava vedermi diventare un grande calciatore. Sento ancora il suo urlo che mi spronava dagli spalti mentre giocavo in una squadra giovanile di Venezia: “taca la bala!”. Mi veniva a vedere allo stadio e se gli chiedevo dopo la partita: “come ho giocato papà?” (io credevo benino!) Lui mi fulminava: “Ci vuole più grinta! Chi non dà tutto non dà niente!”

Un papà esigente e severo ma che ti voleva bene. Oggi sento che mi sta osservando ancora dagli spalti del cielo per vedere se sto giocando bene la partita della vita. Mi manca molto, ma porto vivo dentro di me il suo spirito vincente, determinato e sempre positivo. Sento la sua voglia di vincere, ma anche la sua voglia di vivere che mi sostengono e mi danno forza nei momenti di difficoltà.

Papà ci guarda adesso. È onoratissimo di avere nella sua amata Milano un giardino dedicato alla sua memoria proprio ai piedi dello stadio dove ha vinto di più, pur avendo avuto in tanti altri paesi del mondo una vita straricca di vittorie. Immagino che dica:

“Finalmente! Era ora! Non mi hanno mai dedicato niente da nessuna parte! Perché dappertutto ero diverso… Ero straniero.”

Da lassù mi racconta che era davvero stufo delle battute di Rocco: “poco o nulla è stato dedicato a te caro HH, caro Habla Habla di tutte le lingue, invece io, Nereo Rocco, che parlo solo triestin mi godo il mio superbo stadio a Trieste”.

So che vanno insieme da buoni vecchi amici a godersi tutti derby Inter-Milan: sono seduti uno accanto all’altro in un posto special: la “tribuna cielo”.

In effetti, a mio padre avevano dedicato poco o nulla in nessun paese o città, probabilmente perché non apparteneva a nessun paese veramente. Aveva 3 passaporti ed era cittadino del mondo, veniva un po' da ovunque e da nessuna parte.

In Argentina era solo nato, figlio di andalusi, era cresciuto a Casablanca dove a scuola studiava in francese, era cresciuto in paese arabo e aveva imparato le gioie del calcio palleggiando con un sasso o con un pallone rudimentale fatto con le calze di lana nera della madre legate con lo spago. Poi Parigi, Madrid, Siviglia, Barcellona.

A 20 anni esatti dalla sua morte il Comune di Milano consacra questo giardino al nome di Helenio Herrera proprio accanto allo stadio dove papà ha vinto tutto. Il giardino HH è l’ultimo suo grande trofeo che suggella una vita appassionata tutta dedicata allo sport.

Leggi l'articolo de Il Corriere della Sera

Fiora Gandolfi e Helios Herrera

5 dicembre 2017

La targa dedicata a Helenio Herrera a terra. Divelta e abbattuta. Anche nella civile Milano succedono cose così. Solo un mese fa l'inaugurazione in Piazza Axum, a ridosso di San Siro, del Giardino "Helenio Herrera", lo spazio dedicato al Mago nerazzurro, all'allenatore della Grande Inter degli Anni '60. Scelta che anziché raccogliere unanime consenso aveva suscitato le polemiche di chi contestava la decisione di intitolare i giardini a un interista proprio a ridosso della Curva Sud, il cuore del tifo milanista, lamentando la dimenticanza di altrettanto grandi personaggi della storia rossonera. Come se intitolare lo spazio a Herrera significasse sminuire altri giganti del calcio milanese e italiano. Oggi, quella targa è stata abbatuta, gettata a terra. E c'è persino chi esulta. Sembra pazzesco ma purtroppo è tutto vero.

Targa abbatuta